la misteriosa poveglia

la misteriosa poveglia

L’Isola di Poveglia, anticamente denominata Popilia probabilmente per la sua vegetazione o in relazione alla vicina via Popilia-Annia fu fatta costruire dal console romano Publio Popilio Lenate.
Nelle antiche mappe cinquecentesche l’isola appare nominata anche nella forma Poveggia. Situata di fronte al Lido di Venezia, più precisamente in corrispondenza di Malamocco, essa è accessibile solamente da Venezia o da Chioggia mediante battelli e traghetti. Ma dedichiamoci un pò al passato, che vede questa piccola isola centro di avvenimenti storici.

Nel 421 Poveglia durante le invasioni Barbariche, fece da rifugio agli abitanti di Padova ed Este, i quali vi si stabilirono fino all’809, data del suo abbandono, durante la ritirata di Rialto. Nella seconda metà del IX secolo si stabilirono a Poveglia 200 famiglie di servi veneziani, che lavoravano per il Doge Pietro Tradonico, il quale venne ucciso nell’864, in seguito ad una congiura nobiliare.

I servi del Doge si rinchiusero per 40 giorni a Palazzo Ducale, chiedendo giustizia, ottenendo dal nuovo Doge “Orso Partecipazio” molti privilegi, e in meno di un secolo Poveglia si ingrandì divenendo ricca.
Nel 1378 divenne definitivamente repubblica autonoma, destando preoccupazioni alla Serenissima, la quale come provvedimento decise di indebolire il potere di Poveglia compiendo un “decentramento” della popolazione. Vennero perciò esiliati diversi cittadini, e tale avvenimento sfociò in un conflitto: “la guerra di Chioggia”. Durante una battaglia il forte di Poveglia venne distrutto.

Una volta finita la guerra, alcuni abitanti dell’isola fecero ritorno, vantando ancora degli antichi privilegi loro concessi, tra i quali per esempio l’estenzione delle tasse. Tuttavia l’isola non era più delle dimensioni in cui l’avevano lasciata, ma parve dimezzata a causa di tempeste e terremoti. Le navi che per il loro pescaggio non riuscivano a passare il Lido, vennero fatte transitare per il canale di Poveglia, dove vennero depositati attrezzi e bastimenti.

Quando nel 1576 su due navi che si trovarono a passare per Poveglia scoppiò la peste, l’isola fu utilizzata come lazzaretto provvisorio, grazie al quale Venezia evitò di essere contagiata e molte vite furono così messe in salvo. Durante la peste i morti venivano trasportati nell’isola e gettati in fosse di grandi dimensioni o cremati su enormi falò. Il peggioramento del contagio spinse gli abitanti delle aree circostanti a condannare anche gli esseri umani vivi che manifestavano i primi sintomi, trascinati via urlanti dalle loro case, deportati nell’isola di Poveglia e gettati nelle fosse di cadaveri in decomposizione, dove furono stati lasciati morire in agonia. Ben 160.000 corpi tormentati sono stati scaricati nell’isola nel corso degli anni.
In seguito, precisamente nel 1805 l’isola divenne un lazzaretto a tutti gli effetti, e vennero qui condotti coloro che subivano il contagio della peste, per evitarne la diffusione. L’isola fu abbandonata nel 1968 ed ora è in grave stato di abbandono.

Poveglia è stata ispezionata dal Magistrato della Acque, il quale sta cercando di inserirla nel progetto di valorizzazione territoriale della laguna Veneziana. Tale progetto consiste nella creazione di nuovi orti. L’iniziativa godrà del contributo delle detenute del carcere Veneziano, le quali si occuperanno di far fornire alcune isole, tra cui Poveglia.

Fantasmi 

Secondo voci di pescatori, l’isola dopo il tramonto sarebbe invasa dagli spiriti di coloro che venivano portati qui a morire durante il periodo della pestilenza. Alcuni affermano che nelle ore notturne, passando vicino alla costa dell’isola, si possano udire voci malinconiche, e addirittura vedere strane forme vagare. Fino ad alcuni anni fa si dice che Poveglia, come Sant’Andrea, fosse meta di messaioli, che data la tranquillità dell’isola, dovuto al suo abbandono, agivano indisturbati.

A dispetto della inquietante storia dell’isola, nel 1922 Poveglia venne distinta a sede per un ospedale psichiatrico: un edificio imponente con una bellissima torre campanaria. Ben presto, però, i pazienti cominciarono ad affermare di aver visto i fantasmi degli appestati e udito mormorii provenire dalle pareti; ovviamente, trattandosi dei resoconti dei malati di mente, non vennero minimamente presi in considerazione.
Il direttore dell’ospedale era un medico ambizioso, deciso a scoprire le cause della follia. Per far ciò si avvaleva di trattamenti a dir poco rozzi che più che a metodi scientifici assomigliavano a delle vere e proprie torture.
Per diver
si anni, quindi, egli perseguì nelle sue scellerate ricerche, del tutto incurante delle sofferenze che infliggeva ai suoi pazienti.

Questo fino a quando anch’egli non iniziò a vedere gli spiriti degli appestati che, si dice, un giorno lo condussero sopra la torre campanaria, spingendolo a gettarsi nel vuoto; secondo la testimonianza di un’infermiera non morì subito ma, ancora agonizzante, venne avvolto da una nebbiolina che gli s’insinuò nelle narici, soffocandolo.
Dopo quest’ultimo orrore, l’ospedale fu chiuso, e l’isola rimase disabitata, per quanto sembra che oggi si stia tentando di adibirla a nuovo uso.
Benchè chiusa ai turisti, qualche anno fa una famiglia era riuscita ad ottenere il permesso di visitarla per valutarla come eventuale sede di una casa per le vacanze, ma prima che facesse notte, l’abbandonò di colpo senza dare spiegazioni. L’unica cose che si sa è che sul volto della figlia c’era una lacerazione che aveva richiesto ben quattordici punti di sutura.

I restanti pochi coraggiosi che sono riusciti ad eludere la piccola pattuglia di polizia posta a guardia dell’isola hanno asserito di aver udito gemiti ed urla insopportabili, sconvolgendoli al punto da dissuaderli dal tornare a casa. Infine, una persona si arrischiò anche a spingersi fin dentro l’ospedale deserto, e rimase sconvolta sentendosi dire da una voce invisibile: “Vada subito via e non torni mai più”.

 

Inserito da Cristina Genna Blogger

 

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